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Tiroide Endocrinologia Genova

Dott. Manlio Cabria

“CHI SONO”

Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Genova nel 1981, presso lo stesso Ateneo ho conseguito la Specializzazione in Medicina Nucleare nel 1984.
Sono stato assunto dagli E.O. Ospedali Galliera nell’anno 1987 con la qualifica di Assistente presso la Struttura Complessa di Medicina Nucleare.
Dal mese di luglio 2015 e fino al 31 dicembre del 2022 ho ricoperto la carica di Direttore della stessa Struttura, quella di Coordinatore Responsabile del “Centro della Tiroide” e del Servizio di Alta Specializzazione per lo studio e la cura dei Tumori della Tiroide.

 

 

DAGLI STUDI ALLA PRATICA MEDICA

Ho iniziato a occuparmi di tiroide fin dagli anni universitari alla scuola del Pr Omero Ferrini, tiroidologo di fama internazionale.
Ho frequentato la Scuola di Specializzazione in Medicina Nucleare dapprima come studente universitario con diritto di frequenza, poi come medico specializzando e quindi, dopo avere conseguito il Diploma di Specializzazione, ho partecipato e vinto il concorso come Borsista Universitario presso la medesima Scuola.
La Medicina Nucleare è una branca assolutamente affine alle patologie della tiroide, trovando ampio spazio sia nella diagnostica che nei vari trattamenti terapeutici ed in modo particolare riguardanti la patologia “nodulare-tumorale” della ghiandola.
Negli anni di professione ho svolto anche un’intensa attività di studio e di ricerca, sempre riguardanti la tiroidologia, partecipando come relatore e moderatore a più Convegni di levatura nazionale ed internazionale.
La maggior parte dei miei studi sono raccolti in 120 pubblicazioni su riviste scientifiche indicizzate (Science Citation Index).

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COL DOTT. CABRIA

Percorso accademico e professionale

Il Dott. Manlio Cabria si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Genova nel 1981, presso cui ha poi conseguito anche la specializzazione in Medicina nucleare nel 1984.

Patologie della tiroide, cause e trattamenti

«Le prime sono quelle cosiddette nodulari – spiega il Dott. Manlio Cabria, Medico Nucleare, Dirigente responsabile della S.C. di Medicina Nucleare e Coordinatore del Centro della Tiroide degli E.O. Ospedali Galliera – e si verificano quando la tiroide produce uno o più noduli.

Il Dott. Manlio Cabria ci racconta la S.C. di Medicina Nucleare del Galliera

La Struttura Complessa di Medicina nucleare dell’Ente Ospedaliero “Ospedali Galliera” effettua indagini di diagnostica funzionale con l’impiego di radiofarmaci. Al suo interno sono presenti apparecchiature di ultima generazione.

DOMANDE PIÙ FREQUENTI

Le radiazioni sono pericolose?

La dose di radiazione assorbita durante gli esami di Medicina Nucleare è relativamente bassa, paragonabile o inferiore a un esame radiografico, e viene smaltita nell’arco di poche ore.

Che cosa dire rispetto alla gravidanza?

Prima della somministrazione del farmaco, la paziente deve informare il medico curante della gravidanza, sia essa in corso o presunta. In questi casi, infatti, è oltremodo necessario prendere ogni precauzione e discutere con lo specialista dell’effettiva necessità dell’esame.

Cosa fare in caso di allattamento?

Alcune sostanze radioattive possono passare nel latte materno. Proprio per questo, è opportuno che la paziente informi il Medico Nucleare della propria condizione prima della somministrazione del farmaco, così che lo specialista possa valutare se e per quanti giorni interrompere l’allattamento o, piuttosto, se sia il caso di rimandare l’esame.

Cosa bisogna fare dopo la somministrazioni?

A seguito della somministrazione, il tempo di attesa varia in base alla tipologia di esame cui ci si è sottoposti. Nel caso di esami dinamici, è possibile riprendere le normali attività quotidiane nell’immediato. Per altri esami, come, ad esempio, la scintigrafia ossea, bisogna aspettare alcune ore.

É necessaria una preparazione particolare prima dell'esame?

Generalmente non è necessaria nessuna preparazione particolare per gli esami di Medicina Nucleare. Per determinati esami, solamente, lo specialista richiede di rispettare qualche ora di digiuno.

Cosa è necessario fare dopo l'esame?

Una volta terminato l’esame, sarà possibile mangiare e bere normalmente. Potrebbe, però, essere necessario bere più del solito,  in modo tale da liberarsi prima dalle sostanze iniettate.

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